Come quantificare la qualità: gli olii essenziali

L’aroma, ovvero il profumo, deriva dalla presenza di molecole volatili che includono monoterpeni (idrocarburi e monoterpeni ossigenati) ed anche sesquiterpeni (idrocarburi e sesquiterpeni ossigenati): tali molecole vengono complessivamente denominate olii essenziali (termine risalente al XVI secolo ed introdotta dallo svizzero Paracelsus von Hohenheim) o olii volatili (perché tali sono a temperatura e pressione ambiente).
Gli olii volatili – VO nell’abbreviazione suggerita dall’ESA – possono essere estratti attraverso un processo di distillazione e misurati.
Molte spezie ed erbe contengono olii essenziali in quantità rilevanti, ad esempio per i prodotti più comunemente usati (valori medi prima della macinazione o sterilizzazione):
- Chiodi 15%
- Noce moscata e Macis 10%
- Cardamomo semi 8%
- Curcuma 5%
- Cannella 4%
- Pepe 4%
- Origano 4%
Per il produttore la sfida è quella di saper trattare i prodotti (sterilizzazione, macinatura e conservazione) in modo che i valori degli olii essenziali si discostino il meno possibile dalle percentuali suddette, per poter offrire all’industria sicurezza e soprattutto elevata resa produttiva ed economica.
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